Tutte le specie di tartarughe terrestri sono tutelate da norme internazionali e nazionali (CITES nonché Convenzione di Berna). All’atto di acquisto di una tartaruga, informatevi sulle leggi che proteggono queste specie ed esigete un certificato di nascita in cattività.
Le testuggini in natura popolano territori molto ampi e diversi, contrariamente a quanto si pensa, sono animali che amano percorrere lunghi tragitti e non sono poi così lente nel movimento.
Il loro habitat naturale è specie specifico, per cui le specie provenienti dalle diverse aree del mondo hanno caratteristiche ambientali molto diverse tra loro.
Le tartarughe che popolano l’Europa meridionale (Testudo hermanni hermanni, Testudo hermanni boettgeri, Testudo marginata e Testudo ibera) vivono in ambienti ricchi di vegetazione propria della macchia mediterranea, in cui il clima è caratterizzato da inverni miti con precipitazioni moderate ed estati aride con temperature elevate. Effettuano un periodo di ibernazione variabile in base alle temperature raggiunte nell’area geografica in cui risiedono.
La Testudo horsfieldii è originaria del freddo nord- est dell’Asia, popola le steppe con clima a basso tenore di umidità e tollera bene le temperature rigide, infatti il periodo di ibernazione può durare fino a 9 mesi.
Gli esemplari di tartarughe provenienti dalle diverse aree dell’Africa (Geochelone sulcata, Geochelone Pardalis, Geochelone gigantrea) non effettuano ibernazione e popolano ambienti molto caldi, in cui i tassi di umidità variano notevolmente dalla zona in cui si trovano.
Altra specie che non effettua l’ibernazione è la Geochelone Carbonaria, originaria delle foreste del Sud America, la quale popola zone molto umide e calde, ricche di vegetazione di alberi da frutto, dai quali trae la maggior parte del nutrimento, consumando i frutti caduti.
È importante valutare bene la specie da detenere, ed è bene allestire l’alloggio prima di acquistare una tartaruga.
L’ampiezza dell’alloggio di questi animali varia in base alla sua grandezza, sicuramente più grande è il recinto o il terrario, migliori saranno le condizioni di vita del rettile.
La loro temperatura corporea dipende da quella ambientale, perciò necessitano di una fonte di calore esterna e di un gradiente termico uniforme da consentire gli spostamenti dell’animale da una zona più calda a una zona più fresca. Per ottenere un gradiente di temperatura si deve collocare una lampada riscaldante a un’estremità del terrario, in modo da creare un punto caldo localizzato e lasciare una parte del terrario più fresca.
Altre specie fanno eccezione, come la G. carbonaria, che richiedono una temperatura costante senza variazioni.
Si possono utilizzare diversi tipi di lampade; normali spot riscaldanti e lampade infrarossi, in ceramica utilizzate per il riscaldamento notturno in quanto non emettono luce non disturbano l’animale.
L’irradiazione UVA-UVB è fondamentale per il metabolismo del calcio di questi rettili e dev'essere azionata per almeno 8/10 ore al giorno. È indispensabile chiedere informazioni al proprio Veterinario esperto in rettili, in modo da essere informati sulle temperature di stabulazione per le diverse specie e per non acquistare delle lampade inadatte.
Come substrato per i terrari è bene evitare materiali molto sottili che causano polverosità, inoltre è necessario rinnovarlo completamente almeno ogni 7 giorni; meglio se si utilizza un tappetino che può essere facilmente lavabile. Gli escrementi vanno rimossi con regolarità.
L’alimentazione in cattività delle tartarughe terrestri prevede una dieta sana vegetariana per le specie mediterranee, altre specie invece necessitano di proteine di origine animale e per fornire tale integrazione è opportuno chiedere informazione al proprio Veterinario così da non incorrere in squilibri nutrizionali. Tutti gli alimenti vanno somministrati crudi, lavati abbondantemente, a temperatura ambiente e asciutti. Per la somministrazione di acqua si può utilizzare un sotto vaso con acqua bassa.
Gli alimenti base sono costituiti da erbe di campo come il tarassaco (dente di leone), il trifoglio e l’erba medica. L’insalate e le verdure a foglia come l’insalata scarola, l’invidia o l’insalata belga, le foglie di cavolo, i broccoli, la cicoria, gli spinaci, l’insalate rosse. Altri alimenti che si possono somministrare ricchi di nutrienti sono il fico d’india pale (foglie), i fiori di margherita, l’infiorescenza ibisco.
Vi sono poi alimenti, che vanno dati con moderazione in alcune specie, come la frutta (fico, papaya, mango, arancia, mandarino, anguria, caco, melone, lamponi, more). Infine sono da somministrare raramente lattuga, pomodoro, fragola, uva e mela.
Le formulazioni di integratori e alimenti commerciali vanno somministrati secondo la necessità e deve essere sempre consultato il proprio Veterinario, per non creare squilibri nutrizionali alla propria tartaruga.
Non appena le condizioni climatiche lo permettono, cioè con l’arrivo della primavera e l’aumento delle temperature, inizia il rituale per l’accoppiamento. Il rito è molto stressante per la femmina, la quale subisce da parte del maschio morsi e colpi alla corazza.
Tutte le specie di cheloni sono ovipari, cioè dopo che avviene l’accoppiamento, la tartaruga scava una buca e depone le uova entro le quali si sviluppa l’embrione. I tempi di incubazione variano a seconda della specie ed anche in funzione alla temperatura.
Per molte specie, il letargo è un periodo di sospensione della normale attività annuale ed è fondamentale verificare le temperature di origine delle diverse specie. È consigliabile rivolgersi al proprio Veterinario per avere le indicazioni necessarie affinché il proprio esemplare possa svolgerlo in modo corretto.
Le patologie nutrizionali son tra le patologie più diffuse e ciò porta appunto a gravi sofferenze da parte del rettile, spesso impercettibili a noi.
Le malattie più evidenti, provocate da una scorretta alimentazione, sono la “sindrome della crescita piramidale” e la “malattia ossea metabolica”, che si presentano con primi segni di malessere come la riduzione del movimento, l’anoressia, la diarrea e la mancata esposizione al sole. Risulta molto importante il controllo del peso.
Sicuramente è bene isolare l’esemplare con sospetta patologia e osservare sempre un periodo di quarantena per i nuovi arrivati ed infine effettuare una visita dal Veterinario esperto in rettili.
Dr.ssa Viviana Gangemi DVM - TePACS